20 luglio 2015: FIRENZE CAPITALE, COME E PERCHÉ conviviale con Eugenio Giani


Firenze Capitale non per caso ma per scelte storiche, sociali ed economiche ben precise in un contesto”Italiano dell’epoca” non certo facile e non compreso da tutti.
Nel suo discorso, Eugenio Giani, raffrontando le situazioni economiche, artistiche e politiche di allora, delle città di Torino, Bologna e Napoli in rapporto al “dominio” del papato di Roma fornendo una dettagliata analisi geopolitica militare delle forze in campo (Francesi, Prussiani, Austriaci e Piemontesi...) ha voluto spiegarci in maniera chiara la situazione oggettiva dal 1861 al 1870 in un’Italia come sempre divisa, dove ancora oggi la nostra Nazione è formata più da ottomila Comuni che da uno Stato coeso.
La scelta di Firenze “Capitale” fu pianificata non per pochi anni ma, preso atto del protettorato dell’esercito francese su Roma, era impensabile una soluzione di “forza”con il nostro esercito, e quindi si pensava che Firenze potesse essere Capitale d’Italia per venti, trent’ anni. Proprio per questa ragione nella città di Firenze furono impiegate enormi risorse economiche che permisero il cambiamento sostanziale dell’assetto urbanistico del territorio. L’Architetto Poggi tramite l’appoggio del “governo Italiano” del Comune di Firenze e di molti autorevoli fiorentini poté pianificare “l’ingrandimento di Firenze” non solo a livello architettonico ed infrastrutturale ( viale dei colli e piazzale Michelangelo) ma curò anche tutte quelle opere “idrauliche di smaltimento” che ancora oggi risultano essere l’asse fognario principale del “ventre di Firenze”. Ha poi precisato inoltre che la “devastante demolizione” urbana del “ghetto di Firenze” non è da attribuirsi a “Firenze Capitale” ma a scelte economiche ed immobiliari successive a tale data. I Soci presenti hanno formulato diverse domande ad Eugenio Giani (l’opportunità di demolire le antiche mura fiorentine, i viali oggi chiamati di “circonvallazione” ecc.) il quale con estrema chiarezza ha fornito ai presenti risposte esaustive e dettagliate.

Foto di Marco Rabazzi e testo di Massimo Bonechi